Ciao a tutti!
Finora ci siamo occupati di vedere quali sono gli aspetti fondamentali dell'ippoterapia, ma ne abbiamo scordato uno importante: se l'ippoterapia è la terapia con l'ausilio dei cavalli, come devono essere questi animali? Che comportamento devono tenere in campo? E con il piccolo paziente?
A.C una psicoterapeuta del laboratorio di ricerca e di analisi ha cercato di rispondere a queste domande e vi vorrei proporre le sue risposte.
"Molti esperti del settore hanno cercato di elaborare una risposta tecnica ed esaustiva per dare indicazioni a chi si trova a lavorare con questi animali. Esistono delle schede tecniche molto esaurienti che riassumono le caratteristiche ideali che un cavallo dovrebbe possedere per essere ritenuto adatto al lavoro coi disabili per esempio: altezza al garrese, frequenza del passo, larghezza della groppa, proporzioni delle gambe. Una scuderia eterogenea spesso può essere come una ricca tavolozza per un pittore ispirato da un paesaggio variopinto. Più cavalli con caratteristiche diverse ci sono e maggiore è la ricchezza del lavoro. Ogni aspetto del nostro cavallo può adattarsi o meno alle esigenze dei nostri bambini. Per esempio:
- cavalli docili e socievoli sono ideali per avvicinare i più timorosi,
- quelli più dispettosi possono aumentare notevolmente le richieste di attenzione e sono incredibilmente preziosi per lavorare con bambini che hanno disturbi dell’attenzione.
- cavalli dalla groppa larga e il passo regolare sono ideali per le terapie che hanno lo scopo di indurre rilassamento muscolare.
- cavalli dal passo elastico e ritmo veloce stimolano e aiutano ad uscire da uno stato di passività e chiusura, come quello dentro cui si barricano i soggetti autistici.
Capita molto spesso che i cavalli che finiscono nei centri di ippoterapia vengano donati da privati che, per una ragione o per l’altra, non possono più occuparsi del loro amico e confidano di trovare loro un ambiente sano e amorevole dove essi possano ancora “dare qualcosa”.
E' importente non scartare a priori nessun cavallo solo perché non risponde alle tabelle che si trovano sui libri, anzi è più utile cercare di conoscerlo, magari provandolo per un certo periodo di tempo e provare a vedere se si presta a soddisfare le esigenze degli utenti. Con pazienza e un buon addestramento possiamo guadagnarci la fiducia del nuovo arrivato e insegnargli cose nuove o correggere vecchie abitudini.
Per svolgere bene il suo lavoro il cavallo deve essere necessariamente sano: questo vale per il cavallo impiegato in qualunque disciplina e oltremodo nell’ippoterapia, infatti:
- Essere zoppo e avere dolori di qualunque tipo costringono il cavallo ad assumere una andatura rigida e incostante.
- I problemi di schiena riducono la possibilità di caricare pesi.
- Disturbi intestinali lo rendono soggetto a coliche o costipazione.
- Deficit carico del sistema cardio-respiratorio gli precludono attività più dinamiche come le galoppate o il lavoro presportivo..
Chi fa terapia a mezzo del cavallo ha una doppia responsabilità: nei confronti dell’animale e delle persone con cui lavorerà, quindi è doveroso assicurasi che il cavallo sia e rimanga sano: perché sia in salute e lavori bene, bisogna prenderci cura di lui in diversi modi."
Per non svelarvi tutto sui cavalli, i vari modi per prendersi cura di loro ve li spiegherò nel prossimo post che spero vi piaccia!
Alla prossima
Laura
Ciao Laura! sono d'accordo con quello che affermi poichè nel momento in cui si decide di usare un determinato cavallo per questo genere di esercizi è indispensabile valutare se sia in grado di farlo oppure no. Prima di tutto la sicurezza!
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