venerdì 27 aprile 2012

LE DOMANDE FREQUENTI SULL'IPPOTERAPIA

Ben tornati!!
Per fare ippoterapia è necessario, prima di tutto, essere informati bene su questo tipo di terapia...Ecco alcune domande che potrebbero chiarirvi i dubbi! Leggete con attenzione!!!

1. Quali sono le patologie più comuni trattate con l’ippoterapia? Vengono trattate patologie di tipo cognitivo comportamentale, in particolar modo vengono trattati i bambini con esiti di paralisi cerebrale infantile (PCI).

2. Qual è la durata media di una seduta? Una seduta dura 45 minuti, con cadenza una volta alla settimana.

3. Come e chi prescrive un ciclo di ippoterapia? Il ciclo di ippoterapia viene prescritto dal Fisiatra o dal Neuropsicologo infantile.
4. Chi esegue le terapie? Questo approccio è usato da Fisioterapisti, Psicomotricisti, Neuro-psicomotricisti dell'età evolutiva, Psicologi o Medici opportunatamente formati sull'uso terapeutico del cavallo.

5. Esiste un protocollo di attività standard?
Ci sono delle attività prestabilite (che hanno anche valore simbolico e rituale) ma non c’è uno schema preciso.


6. Quali sono le attività proposte? Ci sono delle tipiche attività di pulizia e cura del cavallo che si svolgono a terra. Una volta terminate si procede con gli esercizi in sella.

7. Come variano le attività in funzione della patologia?
Più che le attività, variano i fini per cui si fanno perché, quella che sembra la stessa attività, può avere scopi completamente diversi. Ad esempio: essere portati in groppa, dopo aver svolto i compiti di cura del cavallo a terra, è un premio per l’impegno messo e per dare fine all’attività.

8. Chi si occupa della preparazione / addestramento del cavallo per l’ippoterapia? Non c’è un addestramento specifico in quanto il cavallo viene abituato a non avere paura dei bambini, del corridoio della pedana per salire, delle carrozzine ecc.
9. Quali caratteristiche deve possedere il cavallo per essere utilizzato a tali fini? E' fondamentale che il cavallo sia equilibrato, che non abbia paura e che non sia troppo abitudinario ( caratteristica forte dei cavalli). Inoltre devono avere delle schiene forti ma non troppo larghe, devono avere una buona qualità del passo e saper anche accettare in groppa due persone.

Alla prossima :-)

Laura

www.gazzettino.it

domenica 22 aprile 2012

LA PEDAGOGIA E L'IPPOTERAPIA

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!
Lo sapevate che esiste un rapporto tra pedagogia e ippoterapia? No, allora leggete quello che ho scritto...

La pedagogia, intesa come scienza dell’educazione trova grande funzionalità all’interno dell’equitazione integrata e dell’ippoterapia in genere, fornendo agli operatori le possibili chiavi d’accesso grazie alle quali riuscire ad accogliere coloro che si avvicinano a questa realtà.
Ci sono due tipologie di approccio:
- quello con la persona a cavallo
- quello con coloro che ne seguono la crescita, genitori, istruttori ed insegnati.
La figura base è il pedagogista ed è in grado di dare indicazioni attraverso le quali sviluppare percorsi d’evoluzione individuale.
L’educazione recupera il suo ruolo di promotore delle potenzialità di ciascun individuo anche dove vi siano difficoltà o patologie del singolo, familiari e/o sociali.
Proprio il lavoro del pedagogista e la conoscenza delle basi della scienza dell’educazione per gli operatori dell’equitazione integrata possono essere di grande aiuto negli interventi educativo-ludico-sportivi con il mezzo del cavallo rivolti a persone diversamente abili, con le quali risulta fondamentale intervenire soprattutto sulle capacità rimaste.
L’attività ludica ha sempre avuto una funzione di grande rilievo, infatti è considerata la chiave d’accesso al processo educativo.
Le sue principali caratteristiche sono: la plasticità, l’adattabilità e la libertà; tutte in stretto rapporto con l’attività fantastica ed è proprio grazie al gioco ed allo sport che avviene un processo di crescita, dando benefici psico-fisici e facilitando l’accrescimento di sicurezza.
Il cavallo inoltre, essendo una presenza viva e concreta, sollecita sentimenti ed emozioni intense, che si distribuiscono su tutta la gamma dell’esperibile, che va dalla paura all’euforia.
Oltre a numerosissime stimolazioni e funzioni psicomotorie l’equitazione offre la nascita di un’importante componente relazionale tra persona ed animale, ma anche tra allievo ed istruttore infatti, sin dal momento in cui si costituisce il trinomio bambino – cavallo – istruttore, l’operatore sarà obbligatoriamente il mezzo attraverso cui il soggetto potrà capire e conoscere l’animale che tanto lo affascina.
E’ chiaramente fondamentale, in questo momento il supporto dell’operatore che agendo o sapendo non agire, faciliti la positiva risoluzione dell’eventuale problema di cominicazione.
Dopo tutto quello che è stato detto è possibile valutare quale influsso pedagogico possa avere questa attività sullo sviluppo psico-fisico e sociale di bambini e disabili, quale importanza educativa possa rivestire l’equitazione integrata per persone in crescita, in fase di sviluppo, intendendo con il termine sviluppo sia quello fisico che quello psicologico che quello familiare e sociale.
E' importante sottolineare anche l’importanza del lavoro pedagogico anche sulle famiglie e sull’inclusione sociale di chi è “diverso” per svariati motivi, siano essi fisici e-o psicologici.
Se per un genitore è gratificante vedere il proprio bambino che impara ad accudire e gestire un animale tanto affascinante quale è il cavallo, forse non possiamo nemmeno immaginare quali emozioni possa provare il genitore di una persona disabile o comunque considerata socialmente diversa.
L’ippoterapia e l’equitazione in genere permettono invece ai genitori di vedere il proprio figlio sperimentarsi in una nuova veste, colui che accudisce e gestisce un animale di cui molti hanno un timore, data la sua possenza, e di cui non molte persone hanno le conoscenze e le capacità per “guidarlo”; il bambino quindi diventa abile ed attivo, diventa protagonista e da lui dipende la salute del suo cavallo.
“Mio figlio và a cavallo” questa frase potrebbe far esplodere d’orgoglio qualunque genitore, …..ed ecco che finalmente …. le famiglie normali non sono più così distanti, anzi, quanti genitori possono dire la stessa cosa?!
Si può quindi affermare che il cavallo è esso stesso un pedagogista, per natura … NATURALMENTE PEDAGOGICO !!

Alla prossima :-)

Laura

sabato 14 aprile 2012

IL RAPPORTO TRA IL BAMBINO E IL CAVALLO

Ciao a tutti !!
Nell'ippoterapia ciò che è veramente fondamentale è il rapporto che si instaura tra il bambino e il cavallo. In una recente conferenza, tenuta dalla dott.ssa M. L. B. si è affermato che il cavallo, come anche gli altri animali, amano le persone indipendentemente dal loro grado intellettivo. Secondo me, da questo punto di vista i cavalli sono migliori degli esseri umani che spesso giudicano una persona proprio dal livello intellettivo o limitandosi solo alle prime apparenze.
La presenza di un animale è molto importante per i bambini con problemi perché favorisce l'acquisizione di un senso di responsabilità. L'animale diventa un efficace supporto alla crescita e alla maturazione del bambino che riesce a avere un'immagine positiva di se stesso e del proprio valore. Un altro aspetto è quello legato al gioco e al divertimento, in quanto è proprio grazie a questi che si spezza l'isolamento del piccolo paziente ed ecco perchè i cavalli sono considerati "agenti terapeutici".
Ma quali sono le cause degli effetti terapeutici? 
- Secondo B. la riabilitazione equestre consiste in "un complesso di tecniche rieducative che mirano ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo e comportamentale attraverso l'uso del cavallo come strumento terapeutico".
- Tale disciplina si diversifica poichè non utilizza uno strumento meccanico, ma un essere vivente che è in grado di relazionarsi col bambino con dei metodi del tutto particolari.

Ci sono però degli elementi che rendono possibile questo miglioramento:
- la relazione bambino-cavallo: tramite il contatto corporeo infatti il bambino riesce ad acquisire controllo e fiducia in sé.
- l'esercizio fisico: l'ippoterapia infatti coinvolge diversi muscoli e sollecita più sensi.
- l'andatura con movimento tridimensionale: questa andatura sollecita e stimola la coordinazione motoria.
- l'equilibrio: il movimento del cavallo stimola il senso dell'equilibrio del bambino.
- la stimolazione neuromuscolare: il bambino riceve gli stimoli neuromuscolari che sono efficaci per il suo rilassamento fisico e mentale.

E' fondamentale per il bambino il contatto
diretto con il cavallo.
Da ciò possiamo capire che il contatto che si stabilisce con l'animale diventa un ponte attraverso il quale il bambino rompe il muro che lo avvolge ed entra spontaneamente in rapporto con la realtà. Grazie al contatto con il dorso del cavallo il bambino si relaziona con le sue emozioni che non riesce a verbalizzare, impara a riconoscerle, in quanto incontra un animale molto sensibile come il cavallo.


A mio avviso, l'ippoterapia è uno dei metodi più validi per aiutare il bambino ad entrare, un po' alla volta, in contatto con quella realtà di cui non ha ancora coscienza.

Alla prossima :-)

Laura 






giovedì 12 aprile 2012

HORSE BOY

Ciao a tutti!

Allineare oggetti in modo ossessivo può essere un sintomo di autismo


Ho deciso di introdurvi l'ippoterapia parlandovi di un libro che ho letto di recente, intitolato "Horse boy". Il protagonista è un bambino molto speciale, che non sa di esserlo perché vive in un mondo tutto suo, fatto di lunghi silenzi, movimenti ritmici e continui. Per i genitori la diagnosi fu un momento terribile, come un grande macigno che all'improvviso li travolge.
Un giorno però accade qualcosa. Rowan è a spasso col padre e durante la passeggiata incontra Betsy, un magnifico cavallo dal pelo marrone e con gli occhi molto intelligenti. Inutile dire che tre il bambino e Betsy fu amore a prima vista, quello che tutti definiscono un vero e proprio colpo di fulmine!. Pian piano Rowan riesce a uscire dal suo mondo ovattato per esprimere le sue emozioni, i suoi entusiasmi e anche le sue paure. I genitori colpiti da questa sorta di piccolo miracolo decidono di tentare un'impresa straordinaria: un lungo viaggio a cavallo verso le terre della MONGOLIA. Per questa famiglia il viaggio rappresenta una speranza per migliorare e rendere più semplice il futuro del loro piccolo.
In Mongolia trovano le terre dove venivano addomesticati i cavalli e le tribù di sciamani che vivono in queste zone selvagge della steppa in totale simbiosi con la natura.
Personalmente ho trovato questo libro molto toccante e commovente, non solo perché è una storia vera, ma anche perché mostra la tenacia di una famiglia unita per il loro piccolo. Inoltre il libro spiega la potenza che hanno i cavalli nel capire, forse prima degli esseri umani e senza bisogno di parole, la strada da seguire per aiutare le persone in difficoltà grandi e piccoli che siano.
Io consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono vivere un'avventura emozionante, ma al tempo stesso con alcune difficoltà da superare.

Se desiderate il libro: Rupert Isaacson, "Horse Boy", Rizzoli.

Leggetelo !!! Altrimenti non sapete cosa vi perdete!!!

Alla prossima :-)

Laura