martedì 4 settembre 2012

IL CAVALLO A DONDOLO

Ciao a tutti!
Sapete una cosa? Scrivendo nel mio blog ho notato che alcune informazioni che si hanno dell'ippoterapia ci giungono dalle molte associazioni di volontariato create dalle mamme di bambini disabili che, unendo le loro forze e tutto l'amore per i loro figli, si "tuffano" nei progetti e alla fine ne escono vincitrici!
Leggete qui...
cavallo a donsolo onlus macerata
"L’Associazione Centro Riabilitazione Equestre “Cavallo a Dondolo”-Onlus nasce nel 2002 in seguito ad una tesi di laurea in Fisioterapia.
La neo-fisioterapista, J. L., una ragazza non vedente, ha trasformato la sua passione in un progetto concreto e continuativo, aiutata e sostenuta da un piccolo gruppo di amici e parenti.
Nell’arco dei seguenti tre anni l’associazione ha svolto costantemente percorsi terapeutici con soggetti disabili esclusivamente attraverso il lavoro e la dedizione di un gruppo di volontari che comprende sia professionisti del settore sia semplici appassionati.
Nell’Ottobre 2005 apre finalmente la sede dell’Associazione: un Centro Ippico tutto speciale che, gestito principalmente da volontari, serve a creare una realtà concreta in cui il “portatore di handicap” sia allo stesso tempo ospite, ma soprattutto sia “colui che accoglie” chiunque voglia vivere un’esperienza di integrazione ed interazione fra abili e disabili.
Questa associazione segue diversi progetti tra cui "IL PROGETTO HANDICAP A CAVALLO". Esso nasce dallo studio e dall’individuazione di esigenze comuni nell’ambito dell’handicap e dalla convinzione che sia possibile “integrare” e “valorizzare” a più livelli (sociale, didattico, terapeutico, lavorativo e sportivo) le capacità proprie e “speciali” di ogni persona disabile. Lo scopo è quello di creare uno “spazio aperto” che permetta l’incontro e la collaborazione tra disabili e abili mediante la nascita di un sistema di strutture polivalenti che sappiano accogliere e gestire progetti di tipo sportivo, ludico-didattici e lavorativi.
Inoltre la nascita di questo progetto lo si deve all’esperienza della Riabilitazione Equestre per disabili e alla scuola di avvicinamento ai pony per bambini.
 
Un aspetto fondamentale è la necessità di collocare il progetto in una zona di campagna, lontano dai rumori e dalle luci della città, a contatto con la natura e con gli animali dove il disabile, ma anche ognuno di noi, può ritrovare un ritmo di vita a lui proprio senza la frenesia propria della nostra società.
 
 
 
Il cavallo ci offre una caratteristica essenziale del nostro lavoro con le persone disabili e con i bambini: assolutamente non giudica; niente di ciò può essere osservato in un cavallo:né il rigetto, né il disgusto, né l’incomprensione.
Il cavallo accetta globalmente la persona perché questa è la realtà della sua natura”.
 




A presto
Laura


www.mammeMacerata.it

domenica 19 agosto 2012

IL CAVALLO PIU' PICCOLO DEL MONDO

Ciao a tutti!

Perdonate la mia lunga assenza dal blog, ma sono successe un pò di cose che mi hanno costretto a tralasciare il sito. Ora cercherò di rimadiare proponendovi una notizia che mi ha fatto così tanta tenerezza che non potevo non condividere con voi!!
Quante volte di ritorno da una gita in fattoria i bambini dicono ai propri genitori : "Mamma, papà, mi regali  un pony così ci gioco insieme e dorme con me? E i genitori " Tesoro, un cavallo è un grosso impegno e non puoi mica farlo dormire con te?! In due non ci state a letto!. Il pony occupa spazio, non è mica piccolo come un cane!".
Ne siete proprio sicuri?
Leggete qua...

Anno 2010
"Venerdì è nato Einstein...il cavallo più piccolo del mondo!
Questa piccola meraviglia alta poco più di 30 cm., che se ancora non è entrato nel guinnes dei primati (ma sicuramente entrerà), certamente è già entrato nel cuore degli inglesi che sono impazziti per il piccolo stallone.

Einstein


Einstein


Il minuscolo Eintein ha la caratteristica di non riportare segni di nanismo, è estremamente proporzionato...è quindi un vero e proprio cavallo in miniatura! Infatti fa un po' impressione vedere un bambino giocare con un cavallo proprio come si farebbe con un cagnolino!"

Einstein

L'importante non è tanto la grandezza del cavallo, quando l'affetto che si è disposti a dare a questi magnifici animali. Anche il cavallo più grande e forte può avere bisogno di tutto l'amore del mondo e spesso dietro ad una stazza grande si nasconde un cavallo timido e insicuro che ricerca tutto il bene che l'uomo è in grado di trasmettergli!

Buone vacanze!
Laura



IL CAVALLO PIU' PICCOLO DEL MONDO

sabato 7 luglio 2012

SCANDALO!

Ciao a tutti! Durante i numerosi post che vi ho proposto abbiamo sempre dato per scontato che ci fossero centri ippici in quantità, ben attrezzati e organizzati per dare supporto alle famiglie di questi bambini. Ma se vi dicessi che alcuni centri ippici sono stati chiusi per mancanza di fondi?
Leggete qui...

L’Ippomare chiude per mancanza di fondi.
"Il centro di Marina di Massa (in zona Bondano), che riceveva soldi dai Comuni di Massa e di Carrara, offriva lezioni di avvicinamento ai cavalli e di equitazione per ragazzi disabili (ippoterapia), in collaborazione con la cooperativa sociale la Navetta.
Il centro marinello forniva assistenza a decine di ragazzi disabili che, un paio di volte a settimana, seguivano un percorso di rieducazione sotto la guida di operatori esperti.
La chiusura del centro per mancanza di fondi ha mandato su tutte le furie i genitori di questi ragazzi, che vedono privati i figli del diritto inalienabile di essere assistiti. «Come sempre in casi di riduzione delle spese si calca la mano sul sociale, scrive il padre di Serena, 27 anni disabile al 100%, che oggi dopo un anno di ippoterapia riesce a salire su un cavallo e a fare un piccola passeggiata; lei che aveva sempre avuto paura di avvicinarsi ai cavalli». Si tratta di un progresso notevole per un disabile, che infonde fiducia e impegno per il futuro.
«I bambini con handicap non possono pagare gli sbagli di chi ci amministra – tuona la mamma di Serena – in questo modo non umiliano solo i figli ma anche i genitori». Spesso, infatti, queste persone sono costrette a sborsare un sacco di soldi di tasca propria per avere assistenza e garantire una qualità di vita decorosa ai figli.
«Per quattro anni – continua la signora – ho pagato 500 euro all'anno per mandare mia figlia in piscina». E allora si chiede la donna, «quali sono in provincia le attività dedicate a questi sfortunati ragazzi che sulla carta sono tutelati e protetti da decine di leggi, ma che in realtà sono affidati alle singole persone che si dedicano a questo impegno con passione, mentre chi deve per legge proteggerli si nasconde dietro al solito ritornello della mancanza dei soldi?» Domani la donna incontrerà un dirigente al sociale del comune di Massa per ottenere risposte."

Personalmente ritengo che la chiusura di questi centri sia una cosa inaudita! Basti pensare a quante famiglie l'ippoterapia dà supporto e conforto visto che la vita dei bambini autistici non è in discesa, ma in salita. Una salita che oltre ad essere ripida è anche piena di ostacoli che mettono alla prova i genitori e gli stessi disabili. Perchè allora togliere i pochi mezzi che hanno a disposizione i bambini per percorrere questa difficile salita?


Alla prossima
Laura

www.iltirreno.gelocal.it

sabato 30 giugno 2012

IL VOLTEGGIO NELL'IPPOTERAPIA!

Ciao a tutti!
E' da un pò che non vi scrivo, ma volevo proporvi qualcosa di interessante e di recente ho letto un articolo di giornale che parla di una disciplina particolare, ma che è molto importante nell'ippoterpia!

"Nel circolo equestre di Spresiano (Treviso) viene svolta una pratica sportiva che probabilmente non è molto conosciuta: il volteggio.
La pratica del volteggio è una disciplina equestre che rappresenta in realtà il primo approccio al cavallo da parte dell’uomo.
Oggi la disciplina del volteggio contempla, oltre alla forma ludica e agonistica, anche uno sport riabilitativo per persone diversamente abili. Questa fantastica e spettacolare disciplina consiste in una serie di esercizi atletici ed acrobatici in cui gli atleti si esibiscono sulla schiena del cavallo fino a tre alla volta aiutandosi a salire e mantenendosi in equilibrio. Il cavallo procede in un circolo di circa quindici metri di diametro al passo o al galoppo tenuto alla corda (longia) da una persona posta al centro del circolo (longeur).
La squadra può essere composta da atleti diversamente abili e normodotati ed è così che, attraverso la semplicità del gioco e dello sport, il volteggio offre la possibilità di un’integrazione voluta e rispettata in tutta le sue peculiarità. Inoltre, permette di integrare anche disabilità differenti e coinvolgere per esempio bambini con autismo, che riescono e sentono il bisogno di comunicare per essere aiutati ad esempio a salire a cavallo dal loro compagno di squadra.


Il volteggio è uno sport dunque per tutte le età e per tutti. Consente attraverso il gioco di approcciarsi al mondo del cavallo con la sicurezza ed il coinvolgimento di un gioco di squadra, ed è sicuramente un’opportunità di integrazione da cogliere… al volo!"

Secondo me, quando pensiamo all'ippoterapia bisogna tenere conto che il rapporto e la presenza del cavallo è solo il punto di partenza e che poi ci sono mille modi di approccio tra cavallo e bambini problematici. Il volteggio è uno di questi!

Alla prossima
Laura




 

venerdì 15 giugno 2012

LA CURA DEL CAVALLO

Ciao a tutti!
Come promesso l'altra volta, oggi vi vorrei parlare di come ci si dovrebbe occupare della salute e del benessere del nostro cavallo.
Per prima cosa è fondamentale l'alimentazione: ogni cavallo ha le proprie esigenze alimentari che dipendono sia dalla sua corporatura che dal suo carico di lavoro; inoltre ciò che mangia è importante perchè da essa dipende la sua delicata digestione altrimenti va incontro a seri problemi di salute a causa di un’alimentazione scorretta (coliche, scaldate agli zoccoli, ecc.…).
Il processo digestivo di un cavallo dura circa 90 minuti e la sua razione normale di cibo è di circa 5 kg di avena e 6-8 kg di fieno. Inoltre ai cavalli piace molto il cibo fresco come erba, carote e mele.
Per quanto riguarda l'acqua il cavallo beve dai 20 ai 30 litri di acqua al giorno.
Secondariamente è necessario proteggerlo dal freddo e dal caldo, dagli insetti e dalle malattie. Dobbiamo garantirgli il giusto riposo e il giusto svago perchè una componente decisiva della sua salute è data dalla sua serenità psicologica.
Il cavallo ha tanto bisogno di riposare quanto di lavorare, per questo motivo non si può montare un cavallo solo quando si ha tempo o nei week-end perchè il nostro amico ha bisono di esercizio regolare.
Questo è importante per le future lezioni di ippoterapia che il cavallo dovrà svolgere in quanto è necessario che abbia voglia di lavorare con noi. Un modo molto valido per far sì che ciò avvenga è montare personalmente i cavalli che si utilizzano per le terapie.
Si cade spesso nell’errore di pensare che il lavoro di questi cavalli sia “leggero” perché si svolge prevalentemente al passo e questo può risultare anche estremamente noioso rendendo gli animali annoiati e frustrati, tutte cose che si esprimono in tic, difetti e resistenze che non aiutano di certo la qualità del lavoro. 

Alla prossima
Laura

domenica 10 giugno 2012

COME DEVE ESSERE IL CAVALLO DA IPPOTERAPIA?

Ciao a tutti!
Finora ci siamo occupati di vedere quali sono gli aspetti fondamentali dell'ippoterapia, ma ne abbiamo scordato uno importante: se l'ippoterapia è la terapia con l'ausilio dei cavalli, come devono essere questi animali? Che comportamento devono tenere in campo? E con il piccolo paziente?
A.C una psicoterapeuta del laboratorio di ricerca e di analisi ha cercato di rispondere a queste domande e vi vorrei proporre le sue risposte.
"Molti esperti del settore hanno cercato di elaborare una risposta tecnica ed esaustiva per dare indicazioni a chi si trova a lavorare con questi animali. Esistono delle schede tecniche molto esaurienti che riassumono le caratteristiche ideali che un cavallo dovrebbe possedere per essere ritenuto adatto al lavoro coi disabili per esempio:  altezza al garrese, frequenza del passo, larghezza della groppa, proporzioni delle gambe. Una scuderia eterogenea spesso può essere come una ricca tavolozza per un pittore ispirato da un paesaggio variopinto. Più cavalli con caratteristiche diverse ci sono e maggiore è la ricchezza del lavoro. Ogni aspetto del nostro cavallo può adattarsi o meno alle esigenze dei nostri bambini.  Per esempio:
  • cavalli docili e socievoli sono ideali per avvicinare i più timorosi,
  • quelli più dispettosi possono aumentare notevolmente le richieste di attenzione e sono incredibilmente preziosi per lavorare con bambini che hanno disturbi dell’attenzione.
  • cavalli dalla groppa larga e il passo regolare sono ideali per le terapie che hanno lo scopo di indurre rilassamento muscolare.
  • cavalli dal passo elastico e ritmo veloce stimolano e aiutano ad uscire da uno stato di passività e chiusura, come quello dentro cui si barricano i soggetti autistici.
Capita molto spesso che i cavalli che finiscono nei centri di ippoterapia vengano donati da privati che, per una ragione o per l’altra, non possono più occuparsi del loro amico e confidano di trovare loro un ambiente sano e amorevole dove essi possano ancora “dare qualcosa”.
E' importente non scartare a priori nessun cavallo solo perché non risponde alle tabelle che si trovano sui libri, anzi è più utile cercare di conoscerlo, magari provandolo per un certo periodo di tempo e provare a vedere se si presta a soddisfare le esigenze degli utenti. Con pazienza e un buon addestramento possiamo guadagnarci la fiducia del nuovo arrivato e insegnargli cose nuove o correggere vecchie abitudini.
Per svolgere bene il suo lavoro il cavallo deve essere necessariamente sano: questo vale per il cavallo impiegato in qualunque disciplina e oltremodo nell’ippoterapia, infatti:
  1. Essere zoppo e avere dolori di qualunque tipo costringono il cavallo ad assumere una andatura rigida e incostante.
  2. I problemi di schiena riducono la possibilità di caricare pesi.
  3. Disturbi intestinali lo rendono soggetto a coliche o costipazione.
  4. Deficit carico del sistema cardio-respiratorio gli precludono attività più dinamiche come le galoppate o il lavoro presportivo..
Chi fa terapia a mezzo del cavallo ha una doppia responsabilità: nei confronti dell’animale e delle persone con cui lavorerà, quindi è doveroso assicurasi che il cavallo sia e rimanga sano: perché sia in salute e lavori bene, bisogna prenderci cura di lui in diversi modi."
Per non svelarvi tutto sui cavalli, i vari modi per prendersi cura di loro ve li spiegherò nel prossimo post che spero vi piaccia!
Alla prossima
Laura

mercoledì 30 maggio 2012

LA POESIA

Ciao a tutti!!
Chi è d'accordo con me che i cavalli sono animali magnifici, che ti danno tutto senza chiedere nulla in cambio?
Per chi non fosse dello stesso parere... legga la poesia che ho messo qui sotto!

LO SGUARDO DELLA FELICITA'
I tuoi occhi, sono limpidi come l’acqua,
quando mi guardi, è come se mi parlassi,
il tuo corpo, così tonico e potente,
sprigiona forza e amore,
con le tue prodezze,
mi ripaghi delle mie fatiche,
tu, sei sempre nei miei sogni,
ti vedo cavalcare il cielo e il mare,
leggera come una farfalla,
felice come non mai,
quando mi vedi,
libera da timori, mi corri incontro
e quando arrivi a me,
io mi sveglio,
ma il tuo sguardo,
così fiero e importante,
rimane impresso dentro di me.
(H. Thomson)

Ora provate a rileggere la poesia pensando all'ippoterapia...
Io l'ho fatto ed ecco cosa ho notato:
  • gli occhi dei cavalli comunicano sentimenti ed emozioni in un modo così intenso che in questi casi non servono le parole per specificare. Questo è proprio quello che accade anche nei bambini autistici che, a causa del loro isolamento, hanno lo sguardo assente, ma che esprime ugualmente ciò che provano.
  • i cavalli ti ripagano di tutte le tue fatiche, infatti, quando i bambini autistici montano in sella, per i loro problemi fisici, spendono molte energie, ma i cavalli le ripagano tutte, eseguendo quello che i bambini hanno chiesto loro.
  • l'immagini dei cavalli e il rapporto che si crea con il bambino autistico rimane impresso nella mente di questi "piccoli eroi" anche dopo la lezione di ippoterapia a causa delle forte emozioni che provano mentre sono in sella.
Queste sono le mie impressioni su questa poesia e mi farebbe molto piacere sapere cosa i miei lettori ne pensano!

Alla prossima!
Laura

giovedì 24 maggio 2012

LA MIA ESPERIENZA DI IPPOTERAPIA

Ciao a tutti!
Uno dei motivi del perchè ho deciso di palare dell'ippoterapia è  che mi piacciono moltissimo i cavalli. Ho montato per un anno un cavallo bellissimo di nome Sley, poi purtroppo era troppo vecchio per continuare a fare lezione con me e ho dovuto cambiare cavallo: ed ecco che è arrivato Brico, col suo manto tutto bianco e dal carattere molto docile! La sfortuna mi ha perseguitato... infatti per un tumore lo hanno dovuto sopprimere. L'ultimo che ho montato si chiama Jerry, è un purosangue dal manto bianco e grigio, snello, ma con un caratterino molto peperino!!...Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!!
Mentre ero al maneggio ho potuto assistere ad alcuni momenti delle lezioni di ippoterapia e ve ne vorrei parlare.
La cosa che più mi ha colpito è stata l'espressione di tutti i bambini durante le prime fasi di conoscenza con i loro ponies! I loro sguardi parlavano al posto della bocca e in questi momenti non servivano le parole. Il pony a questi sorrisi rispondeva avvicinandosi al bambino indipendentemente dai suoi problemi fisici o di natura psicologica. Una volta montati in sella, la lezione iniziava con una bella passeggiata lungo la pista. L'istruttrice incoraggiava i bambini a muovere le gambe per fare avanzare il pony più velocemente e per fare sciogliere i muscoli "indolenziti" dei bambini.
Al termine della prima fase si cominciava con gli esercizi: stendersi lungo il costato del cavallo, toccarsi la punta dei piedi con le mani, allargare le braccia, ruotare il busto ecc.
Ai bambini con meno problemi fisici si chiedeva loro di lanciare una pallina da tennis e di fare canestro in un cesto mentre il pony andava al passo, di raccogliere una bandierina e di tenerla in mano.
Osservando l'istruttrice ho notato tutta la sua passione nello spronare i bambini con parole dolci, affettuose, cariche di speranze affinché la vita di questi bambini possa un giorno migliorare.
I genetori durante tutta la lezione di ippoterapia rimanevano ad osservare i loro bambini con lo sguardo fiero di essere i genitori di "quel bambino a cavallo" e di poter dire "quel bambino è mio figlio!"
Molti si stupivano di come i loro figli cambiavano espressione mentre erano in sella, di come fossero più elastici nei loro movimenti...di come fossero più spensierati.
Per tale motivo l'ippoterapia, secondo me, rimane il metodo con i migliori risultati, non solo per i bambini, ma anche per i genitori che, a fine lezione, avevano il cuore pieno di orgoglio!


Alla prossima!

Laura

sabato 12 maggio 2012

CHE COS'E' L'AUTISMO?

Ciao a tutti!
In questo blog ho deciso di trattare l'ippoterapia nei bambini autistici, ma oggi che idea si ha dell'autismo, che cosa comporta per i bambini vivere con questa patologia?
Vediamo ora di dare alcune risposte a queste domande?
L'autismo è il peggiore degli handicap, perché pur accompagnandosi ad un aspetto fisico normale  coinvolge diverse funzioni cerebrali e dura per tutta la vita.
L'autismo colpisce, secondo stime recenti, 1 persona su 1000, e 2 persone su 1000 ne presentano alcuni sintomi potendo venire incluse nello "spettro autistico". Viene considerato un disturbo pervasivo dello sviluppo che si manifesta entro il terzo anno di età con deficit nelle seguenti aree: - comunicazione; - interazione sociale; - immaginazione; -problemi nel comportamento.
QUAL È LA CAUSA DELL'AUTISMO?  L'autismo non ha una singola causa: molteplici geni e fattori ambientali, come virus o sostanze chimiche, possono contribuire a determinare questo disturbo. Gli studi su persone autistiche hanno trovato anomalie in diverse strutture cerebrali; questi dati suggeriscono che l'autismo derivi da una interruzione nello sviluppo cerebrale in una fase precoce della vita intrauterina.
COME SI MANIFESTA?  La caratteristica più evidente è l'isolamento: i bambini autistici spesso non rispondono al loro nome, evitano lo sguardo e appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda. Ci sono poi sette caratteristiche che preannunciano l'ipotesi di tale disturbo:
  • difficoltà a stare con altri bambini
  • impressione di sordità o difficoltà visive
  • difficoltà di apprendimento
  • incoscienza per i pericoli reali
  • opposizione ai cambiamenti
  • mancanza dei sorriso e della mimica
  • iperattività fisica accentuata
  • non guarda negli occhi
  • attaccamento inappropriato agli oggetti
  • ruota gli oggetti
  • persevera in giochi strani
  • atteggiamento fisico rigido
I bambini autistici inoltre hanno spesso risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri stimoli sensoriali, e una ridotta sensibilità al dolore, che può contribuire a determinare sintomi comportamentali, come la resistenza ad essere abbracciati.
COME SI CURA L'AUTISMO?  Attualmente non esiste una cura per l'autismo: le terapie o gli interventi vengono scelti in base ai sintomi individuali. Le terapie meglio studiate comprendono interventi educativi/comportamentali in ambiente strutturato adattato alle difficoltà specifiche dell'autismo e farmacologici. Sebbene questi interventi non curino l'autismo, spesso portano ad un miglioramento sostanziale. 

Alla prossima
Laura

martedì 8 maggio 2012

COME AIUTARE UN BAMBINO AUTISTICO CON L'IPPOTERAPIA?

Ciao a tutti!!!
Vi siete mai chiesti come aiutare un bambino autistico con l'ippoterapia?
Ecco alcune semplici istruzioni:
  • 1
    Il bambino autistico, ha completa assenza di risposta verbale e non verbale, gravi mancanze nelle aree comunicative, mancata interazione sociale, problemi comportamentali…
  • 2
    La terapia farmacologia, per un bambino autistico, non è assolutamente valida: l’autistico non è un malato psichiatrico, ma presenta semplicemente disordini fisiologici e biochimici.
  • 3
    Questi disordini, riguardano il blocco di sostanze (neuro peptidiche) che supportano l’equilibrio comportamentale. Dunque risulta IMPOSSIBILE la risoluzione del problema con terapie farmacologiche o verbali.
  • 4
    La pet-teraphy, in generale, ha un ottimo riscontro su questo tipo di bambini, perché agisce nell’ambito del “non-verbale”, andando a toccare direttamente sentimenti ed emozioni.
  • 5
    La scelta del cavallo, in particolare, mira al contatto corporeo e al linguaggio del corpo. A cavallo, è necessario saper sentire i propri atteggiamenti; si raggiungono risultati solo se si dosano i propri movimenti… Dunque il bambino autistico non può far altro che migliorare il proprio schema corporeo.
  • 6
    Il bambino imparerà a dominare la propria apprensione, comprenderà di poter “comunicare” con l’animale (e questo lo aiuterà a sviluppare anche un linguaggio verbale), sentirà un gran senso di potere tra le mani e quindi svilupperà la fiducia in sé stesso.
  • 7
    Il terapista, intanto, comincerà ad individuare i segnali non-verbali lanciati dal bambino, noterà nuovi modi di comportarsi, aiuterà a sviluppare il senso di responsabilità.
  • 8
    Se il cavallo è docile, particolarmente tranquillo, emotivamente stabile, l’ippoterapia aiuterà un bambino problematico e difficile, ad essere un bambino migliore.
Spero di essere stata chiara!
Alla prossima!
Laura

venerdì 27 aprile 2012

LE DOMANDE FREQUENTI SULL'IPPOTERAPIA

Ben tornati!!
Per fare ippoterapia è necessario, prima di tutto, essere informati bene su questo tipo di terapia...Ecco alcune domande che potrebbero chiarirvi i dubbi! Leggete con attenzione!!!

1. Quali sono le patologie più comuni trattate con l’ippoterapia? Vengono trattate patologie di tipo cognitivo comportamentale, in particolar modo vengono trattati i bambini con esiti di paralisi cerebrale infantile (PCI).

2. Qual è la durata media di una seduta? Una seduta dura 45 minuti, con cadenza una volta alla settimana.

3. Come e chi prescrive un ciclo di ippoterapia? Il ciclo di ippoterapia viene prescritto dal Fisiatra o dal Neuropsicologo infantile.
4. Chi esegue le terapie? Questo approccio è usato da Fisioterapisti, Psicomotricisti, Neuro-psicomotricisti dell'età evolutiva, Psicologi o Medici opportunatamente formati sull'uso terapeutico del cavallo.

5. Esiste un protocollo di attività standard?
Ci sono delle attività prestabilite (che hanno anche valore simbolico e rituale) ma non c’è uno schema preciso.


6. Quali sono le attività proposte? Ci sono delle tipiche attività di pulizia e cura del cavallo che si svolgono a terra. Una volta terminate si procede con gli esercizi in sella.

7. Come variano le attività in funzione della patologia?
Più che le attività, variano i fini per cui si fanno perché, quella che sembra la stessa attività, può avere scopi completamente diversi. Ad esempio: essere portati in groppa, dopo aver svolto i compiti di cura del cavallo a terra, è un premio per l’impegno messo e per dare fine all’attività.

8. Chi si occupa della preparazione / addestramento del cavallo per l’ippoterapia? Non c’è un addestramento specifico in quanto il cavallo viene abituato a non avere paura dei bambini, del corridoio della pedana per salire, delle carrozzine ecc.
9. Quali caratteristiche deve possedere il cavallo per essere utilizzato a tali fini? E' fondamentale che il cavallo sia equilibrato, che non abbia paura e che non sia troppo abitudinario ( caratteristica forte dei cavalli). Inoltre devono avere delle schiene forti ma non troppo larghe, devono avere una buona qualità del passo e saper anche accettare in groppa due persone.

Alla prossima :-)

Laura

www.gazzettino.it

domenica 22 aprile 2012

LA PEDAGOGIA E L'IPPOTERAPIA

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!
Lo sapevate che esiste un rapporto tra pedagogia e ippoterapia? No, allora leggete quello che ho scritto...

La pedagogia, intesa come scienza dell’educazione trova grande funzionalità all’interno dell’equitazione integrata e dell’ippoterapia in genere, fornendo agli operatori le possibili chiavi d’accesso grazie alle quali riuscire ad accogliere coloro che si avvicinano a questa realtà.
Ci sono due tipologie di approccio:
- quello con la persona a cavallo
- quello con coloro che ne seguono la crescita, genitori, istruttori ed insegnati.
La figura base è il pedagogista ed è in grado di dare indicazioni attraverso le quali sviluppare percorsi d’evoluzione individuale.
L’educazione recupera il suo ruolo di promotore delle potenzialità di ciascun individuo anche dove vi siano difficoltà o patologie del singolo, familiari e/o sociali.
Proprio il lavoro del pedagogista e la conoscenza delle basi della scienza dell’educazione per gli operatori dell’equitazione integrata possono essere di grande aiuto negli interventi educativo-ludico-sportivi con il mezzo del cavallo rivolti a persone diversamente abili, con le quali risulta fondamentale intervenire soprattutto sulle capacità rimaste.
L’attività ludica ha sempre avuto una funzione di grande rilievo, infatti è considerata la chiave d’accesso al processo educativo.
Le sue principali caratteristiche sono: la plasticità, l’adattabilità e la libertà; tutte in stretto rapporto con l’attività fantastica ed è proprio grazie al gioco ed allo sport che avviene un processo di crescita, dando benefici psico-fisici e facilitando l’accrescimento di sicurezza.
Il cavallo inoltre, essendo una presenza viva e concreta, sollecita sentimenti ed emozioni intense, che si distribuiscono su tutta la gamma dell’esperibile, che va dalla paura all’euforia.
Oltre a numerosissime stimolazioni e funzioni psicomotorie l’equitazione offre la nascita di un’importante componente relazionale tra persona ed animale, ma anche tra allievo ed istruttore infatti, sin dal momento in cui si costituisce il trinomio bambino – cavallo – istruttore, l’operatore sarà obbligatoriamente il mezzo attraverso cui il soggetto potrà capire e conoscere l’animale che tanto lo affascina.
E’ chiaramente fondamentale, in questo momento il supporto dell’operatore che agendo o sapendo non agire, faciliti la positiva risoluzione dell’eventuale problema di cominicazione.
Dopo tutto quello che è stato detto è possibile valutare quale influsso pedagogico possa avere questa attività sullo sviluppo psico-fisico e sociale di bambini e disabili, quale importanza educativa possa rivestire l’equitazione integrata per persone in crescita, in fase di sviluppo, intendendo con il termine sviluppo sia quello fisico che quello psicologico che quello familiare e sociale.
E' importante sottolineare anche l’importanza del lavoro pedagogico anche sulle famiglie e sull’inclusione sociale di chi è “diverso” per svariati motivi, siano essi fisici e-o psicologici.
Se per un genitore è gratificante vedere il proprio bambino che impara ad accudire e gestire un animale tanto affascinante quale è il cavallo, forse non possiamo nemmeno immaginare quali emozioni possa provare il genitore di una persona disabile o comunque considerata socialmente diversa.
L’ippoterapia e l’equitazione in genere permettono invece ai genitori di vedere il proprio figlio sperimentarsi in una nuova veste, colui che accudisce e gestisce un animale di cui molti hanno un timore, data la sua possenza, e di cui non molte persone hanno le conoscenze e le capacità per “guidarlo”; il bambino quindi diventa abile ed attivo, diventa protagonista e da lui dipende la salute del suo cavallo.
“Mio figlio và a cavallo” questa frase potrebbe far esplodere d’orgoglio qualunque genitore, …..ed ecco che finalmente …. le famiglie normali non sono più così distanti, anzi, quanti genitori possono dire la stessa cosa?!
Si può quindi affermare che il cavallo è esso stesso un pedagogista, per natura … NATURALMENTE PEDAGOGICO !!

Alla prossima :-)

Laura

sabato 14 aprile 2012

IL RAPPORTO TRA IL BAMBINO E IL CAVALLO

Ciao a tutti !!
Nell'ippoterapia ciò che è veramente fondamentale è il rapporto che si instaura tra il bambino e il cavallo. In una recente conferenza, tenuta dalla dott.ssa M. L. B. si è affermato che il cavallo, come anche gli altri animali, amano le persone indipendentemente dal loro grado intellettivo. Secondo me, da questo punto di vista i cavalli sono migliori degli esseri umani che spesso giudicano una persona proprio dal livello intellettivo o limitandosi solo alle prime apparenze.
La presenza di un animale è molto importante per i bambini con problemi perché favorisce l'acquisizione di un senso di responsabilità. L'animale diventa un efficace supporto alla crescita e alla maturazione del bambino che riesce a avere un'immagine positiva di se stesso e del proprio valore. Un altro aspetto è quello legato al gioco e al divertimento, in quanto è proprio grazie a questi che si spezza l'isolamento del piccolo paziente ed ecco perchè i cavalli sono considerati "agenti terapeutici".
Ma quali sono le cause degli effetti terapeutici? 
- Secondo B. la riabilitazione equestre consiste in "un complesso di tecniche rieducative che mirano ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo e comportamentale attraverso l'uso del cavallo come strumento terapeutico".
- Tale disciplina si diversifica poichè non utilizza uno strumento meccanico, ma un essere vivente che è in grado di relazionarsi col bambino con dei metodi del tutto particolari.

Ci sono però degli elementi che rendono possibile questo miglioramento:
- la relazione bambino-cavallo: tramite il contatto corporeo infatti il bambino riesce ad acquisire controllo e fiducia in sé.
- l'esercizio fisico: l'ippoterapia infatti coinvolge diversi muscoli e sollecita più sensi.
- l'andatura con movimento tridimensionale: questa andatura sollecita e stimola la coordinazione motoria.
- l'equilibrio: il movimento del cavallo stimola il senso dell'equilibrio del bambino.
- la stimolazione neuromuscolare: il bambino riceve gli stimoli neuromuscolari che sono efficaci per il suo rilassamento fisico e mentale.

E' fondamentale per il bambino il contatto
diretto con il cavallo.
Da ciò possiamo capire che il contatto che si stabilisce con l'animale diventa un ponte attraverso il quale il bambino rompe il muro che lo avvolge ed entra spontaneamente in rapporto con la realtà. Grazie al contatto con il dorso del cavallo il bambino si relaziona con le sue emozioni che non riesce a verbalizzare, impara a riconoscerle, in quanto incontra un animale molto sensibile come il cavallo.


A mio avviso, l'ippoterapia è uno dei metodi più validi per aiutare il bambino ad entrare, un po' alla volta, in contatto con quella realtà di cui non ha ancora coscienza.

Alla prossima :-)

Laura 






giovedì 12 aprile 2012

HORSE BOY

Ciao a tutti!

Allineare oggetti in modo ossessivo può essere un sintomo di autismo


Ho deciso di introdurvi l'ippoterapia parlandovi di un libro che ho letto di recente, intitolato "Horse boy". Il protagonista è un bambino molto speciale, che non sa di esserlo perché vive in un mondo tutto suo, fatto di lunghi silenzi, movimenti ritmici e continui. Per i genitori la diagnosi fu un momento terribile, come un grande macigno che all'improvviso li travolge.
Un giorno però accade qualcosa. Rowan è a spasso col padre e durante la passeggiata incontra Betsy, un magnifico cavallo dal pelo marrone e con gli occhi molto intelligenti. Inutile dire che tre il bambino e Betsy fu amore a prima vista, quello che tutti definiscono un vero e proprio colpo di fulmine!. Pian piano Rowan riesce a uscire dal suo mondo ovattato per esprimere le sue emozioni, i suoi entusiasmi e anche le sue paure. I genitori colpiti da questa sorta di piccolo miracolo decidono di tentare un'impresa straordinaria: un lungo viaggio a cavallo verso le terre della MONGOLIA. Per questa famiglia il viaggio rappresenta una speranza per migliorare e rendere più semplice il futuro del loro piccolo.
In Mongolia trovano le terre dove venivano addomesticati i cavalli e le tribù di sciamani che vivono in queste zone selvagge della steppa in totale simbiosi con la natura.
Personalmente ho trovato questo libro molto toccante e commovente, non solo perché è una storia vera, ma anche perché mostra la tenacia di una famiglia unita per il loro piccolo. Inoltre il libro spiega la potenza che hanno i cavalli nel capire, forse prima degli esseri umani e senza bisogno di parole, la strada da seguire per aiutare le persone in difficoltà grandi e piccoli che siano.
Io consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono vivere un'avventura emozionante, ma al tempo stesso con alcune difficoltà da superare.

Se desiderate il libro: Rupert Isaacson, "Horse Boy", Rizzoli.

Leggetelo !!! Altrimenti non sapete cosa vi perdete!!!

Alla prossima :-)

Laura

venerdì 30 marzo 2012

Benvenuti nel mio blog !!

Ciao a tutti !!
In questo blog vorrei parlare della terapia con i cavalli nei bambini affetti dall'autismo.